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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

.....riprendo

L’unico  peccato imperdonabile è non essere felici, chissà perchè gli era venuta in mente quella frase, l’aveva sentita dire decine di volte dalla  sua professoressa di filosofia del liceo.  Farsi assumere come cameriere su una nave da crociera  poteva essere un’occasione per stimolare la sua voglia di felicità. Si mise a ridere da solo. La porta a vetri si aprì, Nico entrò nella hall dell’hotel. Forse l’unico vero peccato è parlare di felicità, e la sua professoressa di filosofia ne era la prova,  aveva i segni della tristezza stampati sul viso. Era in anticipo di un quarto d’ora sull’orario di inizio del  colloquio. Si guardò intorno, vide un foglio bianco appiccicato ad una parete con la scritta “colloquio bea s.r.l.  secondo piano”, e una freccia nera ad indicare la direzione. Salì le scale, non ricordava il nome della società, ricordava solo il nome della nave da crociera, si chiamava  Dottor Doolittle. Raggiunse il secondo piano , trovò un altro foglio bianco sulla parete

seconda parte di tre

Nico si  girò  ad ascoltare lo scrittore, era stanco, aveva trottato per tutto il pomeriggio tra un tavolino e l’altro. - L’assassino mangia il cervello delle sue vittime - lo scrittore aveva una voce forte e profonda - perchè è ossessionato dalle domande irrisolte che, nella sua vita  tormentata , si è fatto sul quella macchina perfetta che abbiamo nella scatola cranica. L’incontro era finito, ci fu un applauso,  il pubblico si alzò in piedi. Partì  la liturgia degli autografi e delle dediche. Le nuvole  si erano  messe davanti al sole e  si era alzato un  vento leggero a rinfrescare l’aria. Nico si guardò  intorno per vedere se c’erano ancora bicchieri, andò verso la riva del lago, appoggiato su un tronco c’era un  flute mezzo pieno, versò per terra lo spumante, si fermò ad osservare due anatre in volo. -  Sai il nome di quel fiore? Si girò, davanti a lui c’era una ragazza con lo sguardo perso. - No, a parte le rose e le margherite non conosco i fiori. - Secondo m

Ultima parte del racconto

“ Ciao prof, eccomi di ritorno, vado subito con il titolo, mail importante ci vuole un bel titolo eccolo : avevi ragione, Avevi ragione prof,  le due settimane in  montagna hanno funzionato, la casa di mia zia era uno spettacolo, arredata benissimo; è esattamente come uno si immagina una casa di montagna, con i mobili di legno, la cucina con le pentole di rame, con il balconcino, i fiori rossi, non ho idea di che fiori fossero, ma erano una figata, Non mi sono stordito con l’altitudine o con la grappa Caterina, sono sempre io non ti preoccupare ! La mattina mi facevo la colazione, caffè con il latte, fette biscottate con la  marmellata fatta in casa, me l’ha data la vicina di mia zia, una donna con della braccia da camionista; se quella  ti dà una sberla ti vola via il teschio e rimane la pelle penzolante ! Verso le nove partivo  con le mie passeggiate, zaino in spalla contenente:acqua , fazzolettini umidificati, biscottini fatti in casa dall’energumena, telo bagno e il tuo libr