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Sala d'aspetto


Un parcheggio! Incredibile. Maurizio trovò un posto proprio davanti alla palazzina dove aveva lo studio il suo medico; in via Veratti alle sei del pomeriggio era più facile trovare cinquanta euro per terra che un parcheggio libero. Mise un paio di euro nel parchimetro incrociando lo sguardo minaccioso di un ausiliario del traffico dai capelli brizzolati. Suonò il citofono, il portone si aprì immediatamente, prese l’ascensore, arrivò alla porta e aprì piano piano, implorando clemenza agli dei. L'ultima volta era scappato, lo studio era stracolmo. Il fatto di aver trovato parcheggio, secondo le sue teorie personali sulla fortuna, diminuiva sensibilmente la possibilità che ci potessero essere poche persone. Aperta la porta esultò con un “e allora!”. Non c'era nessuno. Si sedette felice e tranquillo. Anche il suo problema fisico adesso gli sembrava meno importante. Era andato dal medico perchè ultimamente quando mangiava tendeva a strozzarsi, il cibo si fermava in gola, aveva guardato su internet, parlavano di un certo nodo alla gola che aveva un nome inquietante: bolo isterico. Era una malattia psicosomatica . Forse con il medico non sarebbe stato opportuno usare una terminologia precisa, di regola i medici non amano i pazienti troppo informati, comunque non doveva farsene un problema il dottore era un suo vecchio amico e quindi con lui poteva parlare apertamente.
Aveva deciso di farsi vedere dopo la figura che aveva al “Bologna” con Claudia, un pezzo di salsiccia gli si era incastrato in gola, era stato terribile, il cameriere gli aveva dato una pacca sulla schiena e aveva urlato dalla paura. Claudia era diventata rossa e si era spaventata. Il suo amico Cesare era uscito di corsa dalle cucine con un risotto in mano e gli occhi spalancati. Maurizio era sicuro che nella sua gola c'era qualche passaggio che non funzionava, quasi di sicuro non si trattava di una malattia nervosa, era un fatto organico, il suo  timore era che da un momento all’altro la sua gola si potesse chiudere definitivamente e così  sarebbe morto soffocato; una morte misera e ridicola, probabilmente sarebbe finito in prima pagina sulla Prealpina. Che figura!
Comunque adesso era di buonumore, per il parcheggio e perchè nello studio non c’era nessuno ad aspettare, uscita la persona che era con il dottore toccava a lui.
Sentiva le voci dietro la porta. Il dottore  parlava, una voce di donna rispondeva,
- Signora non posso è un farmaco troppo forte.
La risposta della donna non si capì.
Non mi interessa dove l'ha sentito sono io il medico, lo vuole capire non si scherza con le
medicine.
La discussione andò avanti e Vittorio, il dottor Vittorio, cominciava a perdere la pazienza.
Maurizio sentì aprire la porta, entrò un vecchietta zoppicante.
Buongiorno è lei l'ultimo?
Maurizio sorrise si guardò intorno sorridendo e disse di sì.
Bene, bene, non si sa mai, magari c'era qualcuno fuori, a fumare sa, bene allora è lei.
Si lasciò cadere sulla sedia lamentandosi in una smorfia di dolore che sapeva di recita.
Sa me lo immaginavo che non c'era gente, non viene quasi più nessuno dal dottore, ha dei problemi molto grossi, così dicono, io devo farmi fare delle carte per la terapia, ma sono
affezionata al dottore, non voglio cambiarlo. Lei pensa che faccio bene a fidarmi ancora?
Maurizio non aveva voglia di fare conversazione. Gli venne la tentazione di chiederle che tipo di problemi avesse il dottor Vittorio, ma non era il caso, le rispose solo che faceva bene a non cambiarlo.
Eh, mi sa che ha ragione, guardi - la vecchietta, tirò sul la gonna che odorava di naftalina mostrando tutto la gamba con tanto di calza autoreggente,- vede il mio povero ginocchio, me lo hanno operato, l’aiutante del Cherubino , il dottore quello bravo lo conosce, adesso devo fare la terapia, la fisio, come si chiama, devo fare l'impegnativa, voglia andare alla Quiete, quella è una bella clinica, lei perchè è qui?
Maurizio qualcosa doveva inventarsi.
Mal di gola.
Be' è una stupidata, anch'io ho sempre  il mal di gola , eh sì anca mi, capisce il dialetto?
Poco.
La vecchietta lo guardò come se fosse appena arrivato dall'Africa nera, tirò fuori il fazzoletto, lamentandosi, soffiò il naso con una specie di barrito, poi tirò fuori un santino da una manica, bisbigliò qualcosa e si fece il segno della croce.
- L'hanno arrestata sa!
Chi?
Maurizio rispose in modo scortese , sperando di scoraggiarla.
Zia Ada , non ha sentito , la guaritrice, non la conosce, una brava donna tutti invidiosi, io ero
andata da lei per il ginocchio, è stata bravissima , mi ha tolto il dolore per una settimana, e mi
ha dato questo santino, sa adesso che l'hanno arrestata vale molto, non ce ne sono in giro tanti, di questi. Mi ha detto la mia amica Maria che può valere anche cinquecento euro, io l'ho
pagato cento euro, bisogna tenerlo nella borsa o meglio ancora dove si ha il dolore, per almeno sette volte al giorno bisogna tirarlo fuori e fare un preghiera.
La vecchietta guardò Maurizio e visto che non rispondeva andò avanti.
Pensi la Maria lo tiene nel busto, ha la diarrea sempre , ha provato a tenerlo nelle mutande ma le dava fastidio, mangia mezzo chilo di cioccolato al giorno, ha sofferto la fame da piccola, non è di Varese è di giù, è venuta qui nel settanta, me lo ricordo perchè è quando è nata mia figlia, abita a san Fermo, lei deve sapere che era talmente povera che i suoi genitori....
Per fortuna la porta si aprì e entro un signore sui quarant'anni alto un metro e ottanta , grasso,  gli occhialoni con la montatura nera e quadrata, un faccione enorme da tonto, la camicia a quadri verdi e azzurri infilata dentro ad un paio di jeans tirati su fino quasi alle ascelle. Era tutto sudato con le guance rosse.
Chi è l'ultimo ?
Maurizio non rispose e nemmeno la vecchietta rispose
L'omone si sedette proprio vicino a Maurizio  nonostante ci fossero parecchi posti liberi.
Scusate chi è l'ultimo?
La vecchietta guardò Maurizio e disse.
Sarei io, ma siccome lui non ha niente, mi potrebbe fare passare davanti.
Maurizio rispose con un no, secco.
La vecchietta da quel momento iniziò a borbottare e non gli rivolse più la parola..
L'omone puzzava tremendamente di cipolla lasciata bruciare in padella, Maurizio si alzò fece finta di scegliere un giornale sul tavolino, ne prese uno a caso, e poi stette fermo, ingobbitto,
indeciso se risedersi allo stesso posto o cambiare per allontanarsi dalla fonte delle puzza. Si risedette al suo posto, pentondosi della sua educazione dopo soli cinque secondi.
Ormai aspettava da più di mezz'ora , dallo studio non usciva nessuno. Ecco il conto per aver trovato parcheggio!
Il giornale che aveva preso parlava solo di gossip, iniziò a sfogliarlo guardando le foto e leggendo i titoli. Scoprì tresche tra calciatori e donne di spettacolo, principesse e attori, politici e viados, prima di riporre il giornale guardò la data, era del duemilaeundici si era fatta una cultura inutile.
La vecchia parlava con al signore con gli occhialoni.
- Io ho il ginocchio, mi hanno operato, lei cosa ha?
Mi fa male lo stomaco, il dottore mi ha dato una dieta , mi ha tolto le bibite, ma non ci
riesco e volevo chiedergli se almeno la coca cola poteva berla.
La vecchia era felice di poter dare un consiglio.
Mia figlia che è diplomata ragioniera, sa lavora in piazza Monte Grappa da un commercialista importante, è brava la stimano tutti, mia figlia mi ha detto che la coca cola fa digerire, lo ha sentito anche alla televisione, un'attrice la beve sempre è addirittura un rimedio anche per i mal di testa, ma sa il dottore ultimamente non è più lui , per quella storia della figlia, vedrà che si è sbagliato e gliela rimette, la coca cola.
L'omone si mise a ridere emettendo una serie di “ih ih ih”, poi sempre più rosso rispose.
La figlia con un albanese ! Il dottore è troppo buono, ma secondo lei posso bere la coca cola?
Si – rispose la vecchietta - vedrà che le dirà di sì, il mio povero ginocchio mi fa male, deve cambiare il tempo.
Finalmente si aprì la porta della studiolo del medico e uscì la signora, aveva una tuta bianca, delle scarpe argentate, il viso tirato e rinsecchito; se ne andò senza salutare. Maurizio entrò, Vittorio stava scrivendo al computer, e senza guardare disse un “si accomodi”, poi alzò gli occhi e gli si illuminò il viso.
Maurizio ciao cosa ci fai qui, come stai? Stai bene?
Sì sto bene, niente...ho solo un piccolo problemino alla gola.
Niente di importante spero, dimmi cosa ti è successo?
Maurizio gli spiegò tutto
Vittorio gli guardò la gola, gli fece delle domande, e gli disse che era un tipo reazione di origine nervosa.
Non facciamo niente, senti, ci si rivede tra una ventina di giorni, ovvio solo se dovesse persistere il disturbo. Adesso l'unica cosa è stare tranquillo. Si mise a parlare dei vecchi amici , si vedeva che aveva voglia di chiacchierare.
Sai hai sentito cosa è successo Pietro, ha vinto alla lotteria ventimila euro, ha fatto una festa ,
ha speso un sacco di soldi poi la sera mezzo ubriaco ha perso il biglietto, secondo lui glielo hanno rubato dopo che aveva bevuto il quarto Apollo al Pirola, non l'hai letto sul giornale?
No.
Maurizio non si ricordava di Pietro
- Che bei tempi quelli dell’oratorio, io prima andavo a Masnago poi sono venuto alla Brunella quando c’era padre Domenico. Ma come vanno le cose?
Bene, qualche problema sul lavoro, ma niente di serio, non mi lamento ...è questa storia alla gola che mi dà fastidio, ho letto su di un forum...
- Scordati internet - lo fermò subito- mi raccomando, per il tuo bene, non diamo un nome a questo disturbo, non facciamolo diventare un problema, per te deve essere fondamentale sapere che alla gola non hai niente- Lo sai qual è il rischio, è quello di affezionarsi al problema e farlo diventare una parte di sé.
Maurizio lo guardò, Vittorio capì.
- Le persone lì fuori ti avranno già detto di mia figlia, che aspetta un bambino da un ragazzo albanese, tutti pensano che io sia disperato, invece non è vero è un ragazzo splendido, - guardò il vuoto per qualche secondo- è da un anno in Italia, è uno scrittore, in Albania ha pubblicato due libri di racconti, tutta Varese parla di questa storia, mia figlia è arrabbiata, delusa, e io sono preoccupato per lei.
Maurizio non disse niente e Vittorio continuò.
- Però guarda, sai che io sono sempre stato duro con i varesini e il loro atteggiamento chiuso e poco ospitale, ma in un certo senso mi devo ricredere.
Iniziò a giocare con la fede prendendola con il pollice e l’indice della mano destra e poi riprese a parlare.
- E’ vero hanno sparlato, ho ricevuto dei bei sorrisini di compatimento, alcuni pazienti non vengono più da me perchè pensano che io sia sull’orlo di un esaurimento, ma è anche vero che ho scoperto, grazie a questa storia, il lato profondo e umano di tanti amici, è stata l’occasione per scoprire come ci siano tante persone che hanno voglia di uscire dalla melma dell’ignoranza, sono molte più di quello che immaginavo. Ti sembrerà strano ma tutta questa vicenda più che un problema è stata un’occasione per riflettere e dare una scossa alla mia vita, dare un senso, perchè io stesso ero ….. ero appiattito..... ero perso nei miei problemi quotidiani. Sai Maurizio, pensa, adesso il rapporto con mia figlia è diventato molto più profondo.
La porta si aprì di colpo, il signore con gli occhialoni si affacciò, rosso come un peperone.
Dottore è tanto che aspettiamo, sentivamo che parlavate degli affari vostri....
Signor Benatti lei non si deve permettere di aprire la porta quando c'è un paziente dentro.
Il signor Benatti iniziò a sudare copiosamente, balbettando rispose.
E' stata la signora che mi ha detto di entrare, la signora è anziana che ha il ginocchio..
Adesso chiuda Benatti per cortesia.
Maurizio imbarazzato si alzò dalla sedia, Benatti per l’emozione aveva prodotto un peto , silenzioso e puzzolente.
Vedi in che clima pesante..sono costretto a lavorare!
Si misero a ridere.
Si abbracciarono, si salutarono, e Maurizio gli disse sottovoce che era contento di avere un amico così.
Camminando piano verso l'auto, promise se stesso,di seguire il consiglio di Vittorio, non avrebbe guardato più niente su internet, non doveva pensare al suo problema, gli sembrava così stupido in quel momento. Sorrise all’ausiliario brizzolato e telefonò a Claudia per raccontarle di Vittorio.




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