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Kebab


Mi brucia lo stomaco, ieri sera ho mangiato troppo. Non ho voglia di alzarmi dal divano. Ho voglia di annegare nel buio e nel silenzio.
Il citofono suona, non rispondo. Risuona, cazzo !  Suona ancora, ancora.
  • Chì è ?
Ci metto tutta l’antipatia che ho in dotazione.
  • Sono Roberto, Paola apri !
Porca troia !, Stamattina devo vedermi con lui. E’ vero, l'ho cancellato dalla testa.!  Ieri  mi ha chiesto se volevo fare una passeggiata nei boschi. Lo faccio salire e gli dico che non andiamo, capirà.

Sdraiata sull’erba guardo il cielo attraverso i rami di un albero. Le cosce sono  indurite dalla salita e dalla notte insonne.


  • Bello, vero Paola ? La temperatura è perfetta. - Roberto sorride sincero.
  • Sì.
  • E tu volevi startene a casa,  meno male che ti ho trascinata fuori.
  • Quando non sto bene faccio come gli animali, mi nascondo.
  • Piantala non rompere.- Roberto è l’unica persona a cui permetto di dirmi cosa devo fare. -  Dai  raccontami del tuo nuovo tipo.
  • Giuseppe?  Ci stiamo conoscendo. E' molto...-  non so se raccontare, meglio di no ,- interessante.
  • Innamorata ?
  • No, ci stiamo studiando. Non ho nessuna voglia di innamorarmi, devo pensare solo a me stessa.
  • Non ci credo, hai una faccia ! Non sai raccontare le palle.
  • Scemo.
Ci alziamo, mi gira la testa, e lo stomaco non smette di bruciare, ci sediamo su di un  masso  a guardare i colori del lago. Stiamo in silenzio, come è nostra abitudine quando veniamo qui.
Ho bisogno di silenzio, sto troppo tempo con le persone e per me è un peso. Ho un limite massimo nel sentire le parole, leggere i visi. Ho il difetto di  ascoltare tutti con troppa attenzione, ricordare, pensarci;  rumino i pensieri degli altri, .
Ho mangiato troppo ieri sera e contro voglia. solo per fare piacere a Giuseppe,. Ha cucinato lui, primo e secondo, poi ha preteso che mangiassi anche una fetta di torta. Sembrava contento, anche se continuava a dire che la pasta non era buona perchè mancava di sale.
Tra di noi sta nascendo una storia, mi sento arrivata sul ciglio della scarpata, un piccolo passo in più mi porterebbe irrimediabilmente a rotolare verso di lui. Giuseppe mi piace,  ha .dentro  un grumo di tristezza che per me è come una calamita. So benissimo che  dovrei stare lontano da questo tipo di esseri umani, la tristezza mi attrae e nello stesso tempo mi intossica. Credo però che con Giuseppe non cii sia nessun pericolo, non mi sembra proprio il tipo che possa fare del  male a qualcuno, glielo leggo negli occhi.. 

.Non ho ancora capito cosa lo renda triste, di sicuro ha un disincanto per la vita, affascinante e tagliente.. Ieri pomeriggio abbiamo parlato a lungo, mi ha detto che ha appena perso il lavoro , mi ha raccontato dei litigi con il suo capo.

Mi alzo e mi siedo appiccicato a Roberto, nessuno dei due parla.
 Adoro Roberto, ha uno sguardo  sensuale e intelligente; non è un bell'uomo, è’  grasso, il naso  adunco gli rovina la simmetria del viso,  Con lui ho provato ad avere una storia,  ma è durata poco, sentivo che lo apprezzavo di più come amico .che come amante.
Sta guardando l’orizzonte, sento, senza nessun dubbio, che sta pensando a me
  • Stai dipingendo ? -  Mi chiede
  • Sì, - gli accarezzo i capelli, - al  blu e al bianco ho aggiunto il rosso. Per me è una rivoluzione! Ieri ho iniziato un quadro che aveva nel cielo un po’ di rosso, poco, poco. Prova a immaginarti il rosso ! Nei mie quadri blu ! -
    Non gli dico che ho fatto solo due pennellate e non ero per niente convinta di quello che stavo facendo.
Mi regala uno sguardo di amorevole ammirazione.
  • Appena lo finisci devo vederlo subito, Promesso! ^
  • Sì promesso.


Parliamo di pittura, poi lui si sdraia sull’erba e si lascia rosolare al sole.
Ripenso alle parole di Giuseppe Ieri sera, mi ha parlato di sua madre ogni tanto mi prendeva la mano con le sue, stringendomela. Non riesco a definire il registro del suo racconto;  freddo e distaccato  in alcune parti, dolce e appassionato in altre.  C’erano delle frasi che nascondevano una richiesta d’aiuto, ma alle mie domande rivolte ad approfondire il suo sentire, non rispondeva mai. Ha giocato  tutta le sera con la mia compassione, appena ne alzavo il livello fuggiva, quando l’abbassavo mi riprendeva con il fascino dei suoi occhi tristi.
Direi che come primo vero dialogo non potevo pretendere di più, mi ha detto tanto di lui e di sicuro si fida di me. Penso che abbia avuto problemi seri con sua madre e non posso certo pretendere che sia in grado raccontarmi tutto quello che sente, senza remore. Le madri dei maschi possono fare danni incredibili con il loro principini !

  • Ma Paola, Giuseppe, non è il tipo di persona... - Roberto solleva la testa di scatto – del genere di Andrea ?
  • No..
  • Non farmi preoccupare - si sdraia d nuovo.
Roberto non parla mai di Andrea, il mio ex ragazzo, che mi ha fatto soffrire, anzi quel bastardo ha fatto soffrire tutti quelli che ha incontrato. Bello, intelligente, incapace di avere una qualsiasi relazione affettiva, tenero indifeso per certi versi, e perverso e sadico per altri.
Giuseppe, non è Andrea, Andrea mi legava con le parole, le usava come lacci per non farmi scappare, sapeva perfettamente dove stringere i nodi. Aveva , chiara, la mappa segreta dei miei sensi di colpa, ero indifesa davanti a lui. E' stato capace di farmi sentire l'unica persona al mondo in grado di capirlo e amarlo, e nello stesso tempo inutile e inadeguata, Ha scelto sempre lui nel nostro rapporto. Questo errore non voglio ripeterlo.

Mi arriva un messaggio, guardo, è Giuseppe, sentivo che mi avrebbe cercato.

Leggo. Mi chiede se ho voglia di uscire con lui stasera a mangiare un kebab.

Scrivo : Ok volentieri (con un cuoricino)

Roberto mi chiede a chi sto scrivendo, gli dico che è un'amica. Non so perchè ho mentito, non mento mai, ma adesso non ho voglia di pensarci, devo pensare a stasera.


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